ANITA BIANCHETTI architetto

 
     

INTERVISTA


CASA NATURALE n° 34
febbraio 2011
FILO DIRETTO CON GLI ARCHITETTI

Intervista all'achitetto
Anita Bianchetti

“Personalizzare la ristrutturazione”

Anita Bianchetti, titolare di una studio di progettazione a Milano, opera nel campo della bioarchitettura da due decenni dedicandosi molto alla ristrutturazione.

Parlando di progettazione ecosostenibile, quali sono i criteri base ai quali si attiene nell’affrontare un lavoro?

Secondo me, i criteri base della progettazione ecosostenibile sono:
-  Studio delle caratteristiche del luogo che danno indicazioni su come utilizzare al meglio le risorse da fonti energetiche rinnovabili: il sole, il vento, l’acqua. L’orientamento della casa indica come disporre i locali; lo studio dei venti dominanti permette di utilizzarli per il raffrescamento in estate o indica come difendere la casa da quelli più invadenti, inoltre l’altitudine, la posizione rispetto ad altri edifici, la presenza o meno di vegetazione, il paesaggio forniscono i dati necessari al primo approccio.
-  Analisi delle esigenze dei futuri abitanti: valutando insieme a loro finalità ed aspettative si individuano le priorità e si creano le basi per una progettazione personalizzata. Nel caso di ristrutturazioni di appartamenti in condomini, l’utilizzo delle fonti energetiche alternative è difficilmente attuabile autonomamente e le scelte progettuali sono meno influenzate dalla posizione dell’edificio anche se cerco sempre di tener conto dell’orientamento, privilegiando le esposizioni a sud per i locali di soggiorno e quello a nord per i locali di servizio. In città l’analisi della situazione acustica è importante, per proteggersi dai rumori della strada o dei vicini di casa e non arrecare a propria volta disturbo agli altri. Oltretutto le normative, anche se spesso non rispettate, fissano dei valori acustici-limite minimi anche in caso di ristrutturazione.
Cerco di mantenere il più possibile le strutture, le murature e le finiture esistenti, valutando pro e contro di queste scelte conservative, per preservare la memoria del luogo, e ridurre la produzione dei rifiuti prodotto delle demolizioni.

In un progetto di ristrutturazione, quali sono gli ambiti del suo intervento che considera essenziali per ottenere un buon risultato?

Mi interessa soprattutto il benessere degli abitanti che vivranno negli spazi che progetto. Per raggiungere questo obiettivo gli ambienti dovranno essere vivibili al giusto livello di temperatura e umidità, che sono parametri anche soggettivi, quindi è importante che gli impianti termici o di climatizzazione abbiano sistemi di regolazione, per evitare sprechi energetici. Conta molto l’atmosfera della casa, colori neutri e chiari non richiedono alti livelli di illuminazione: quella naturale è una grande risorsa e va sfruttata, sempre abbinata a sistemi di schermatura delle vetrate per evitare il surriscaldamento estivo.

Quali materiali predilige?

Preferisco utilizzare quelli naturali tradizionali: il legno, la calce, le fibre vegetali perchè sono tutti riciclabili. Altro requisito è la reperibilità nel territorio che evita lunghi trasporti. La scelta di materiali di qualità con un ciclo di produzione certificato esente da sostanze nocive, oltre a preservare la salute degli abitanti evita, in molti casi, interventi di manutenzione nel breve periodo.
In un progetto preferisco utilizzare per tutti i locali gli stessi materiali, compatibili fra loro sia nella composizione che nella gamma cromatica; gli ambienti risultano più armoniosi.

C’è una soluzione materica o impiantistica, che consiglia senz’altro ai suoi clienti ?

Le soluzioni impiantistiche vanno valutate e personalizzate ogni volta, ma sicuramente mi sento di consigliare, se ci sono le condizioni, quelle relative al miglioramento dell’efficienza energetica. Potendo intervenire su tutti i locali si ottengono ottimi risultati da un punto di vista di resa energetica con gli impianti di riscaldamento a bassa temperatura a pavimento, abbinati alle nuove caldaie a condensazione.
Questi impianti possono lavorare in parallelo con altre fonti di calore come i pannelli solari o i camini di nuova generazione che, tramite un termoaccumulatore abbinano le calorie generate dalle diverse fonti e le ridistribuiscono in maniera costante.
Consiglio di intervenire anche sull’involucro edilizio: un impianto può essere molto efficiente ma se il calore si disperde, continueremo a sprecare energia. Anche in questo caso gli interventi vanno personalizzati valutando se è meglio isolare la struttura muraria eliminando le nicchie dei caloriferi, o  isolare il sottotetto o il piano verso la cantina e/o sostituendo  i serramenti.
  

E’ difficile generalizzare, ma si può parlare di un range di spesa al metro quadro che secondo lei una ristrutturazione in chiave ecosostenibile richiede?

La ristrutturazione in chiave ecosostenibile non è necessariamente più costosa e  l’eventuale investimento iniziale superiore viene ammortizzato nel tempo. Al momento anche gli sgravi fiscali del 36% sulle ristrutturazioni e del 55 % per le spese finalizzate al contenimento dei consumi energetici dovrebbero favorire le scelte ecosostenibili.

architetto@anitabianchetti.it
 
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